GALLETTI: “PIU’ SPAZI PER LA BIBLIOTECA COMUNALE” |
Inserito il 18 aprile 2009 alle 21:55:00 da tsmadmin. IT - Comprensorio Il delegato alla cultura Pino Galletti, annuncia alla cittadinanza, che presto la Biblioteca Comunale usufruirà di nuovi spazi atti ad ospitare nuovi programmi culturali. Ma a pere mio non ha ancora i giusti requisiti per una soddisfacente accoglienza degli utenti. EGREGIO PROFESSORE DI MATEMATICA: 2 X 2 NON FA ...5, MA FA QUACCHIO O INQUACCHIO O PATATRAQUACCHIO...!!?? = FORSE 4 MA DI COSA STIAMO PARLANDO? NELLA BIBLIOTECA CI PIOVE, LA POLVERE REGNA SOVRANA, TARLI E RAGNI FANNO DA PADRONE, I LIBRI SONO VECCHI, MASSIMALISTI, ORIENTATI UNICAMENTE IN UNA DIREZIONE CULTURALE ED IDEOLOGICA CHE CERTAMENTE NON DOVREBBE RAPPRESENTARTI... MA CHE CERTAMENTE NON RAPPRESENTA LA CITTADINANZA DI SANTA MARINELLA,............... NOTIAMO CON PIACERE CHE FARE DEMAGOGIA, ANDARE SUL VAGO, FARE RETORICA, E' UN MESTIERE CHE TI PIACE MOLTO, NOTIAMO CHE LA"CULTURA" DELLE PAROLE... DEL VEDREMO, DEL FAREMO, DEL PROGETTEREMO, E' IL TUO PILASTRO ED E' IL PILASTRO DEL TUO SOVRANO,.... APPARIRE DI TANTO IN TANTO SU GIORNALI ...AMICI... O SITI OSSEQUIANTI, TI GRATIFICA, DIMOSTRA CHE ANCHE SANTA MARINELLA HA IL SUO ...GURU..DELLA CULTURA; ....MA NELLA REALTA' DA QUANDO HAI PRESO IL MANDATO DI VERAMENTE CULTURALE NEL PROFONDO SENSO DELLA PAROLA COSA HAI FATTO? .... TE LO DICIAMO NOI, NIENTE, ASSOLUTAMENTE NIENTE! TI RICORDIAMO CHE MARINETTI (PADRE DEL FUTURISMO) CONTINUA A RIGIRARSI NELLA TOMBA.... TANTO PER CITARE UNA DELLE ULTIME ...LODEVOLI INIZIATIVE DA TE MESSE IN CANTIERE NON HAI UNO STAFF DI ESPERTI E DI SAPIENTI, MA TI CIRCONDI SOLO DI SCUDIERI OSSERVANTI E INCOMPETENTI.... TORNA FARE MATEMATICA! |
venerdì 24 aprile 2009
MA DI CHE PARLA IL NOTABILE DELEGATO ALLA...CULTURA...IL SOMMO PINO GALLETTI?
domenica 19 aprile 2009
venerdì 17 aprile 2009
mercoledì 15 aprile 2009
martedì 14 aprile 2009
mercoledì 8 aprile 2009
domenica 5 aprile 2009
PROGRAMMA SANTA PASQUA CASTELLO DI SANTA SEVERA
SABATO 11 APRILE 2009
ORE 14,30 INAUGURAZIONE MOSTRA STORIOGRAFICA DEI BLASONI DEI GRANDI MAESTRI TEMPLARI.
DOMENICA 12 APRILE 2009
DALLE ORE 11 ALLE 19,30 MOSTRA STORIOGRAFICA
ORE 15 ESPOSIZIONE SACRA SINDONE (riproduzione)
E CAVALLERIA DI PYRGI IN ABITI TEMPLARI.
ORE 15,30 BENEDIZIONE PASQUALE
COREOGRAFIA STORICA TEMPLARE
OFFERTA AI PRESENTI DELLA COLOMBA PASQUALE
LUNEDI' 13 DI APRILE 2009
DALLE ORE 11 ALLE 19,30 MOSTRA STORIOGRAFICA E
CHIUSURA DELL'EVENTO.
venerdì 3 aprile 2009
GUERRA DI POTERI AL CASTELLO DI SANTA SEVERA
LA STORIA E' INFINITA, SI RIPETE, GLI EVENTI SI ACCAVALLANO, LE INGERENZE E GLI SCONTRI DI POTERE ALL'INTERNO DEL CASTELLO DI SANTA SEVERA SONO CONTINUI, CICLICI, PAROSSISTICI, COINVOLGONO TUTTO E TUTTI, CREANO ODIO, DANNI, CONTRASTI, MALDICENSE, FALSITA' E LOBBYSMO SVISCERATO AD USO PERSONALE ED INTERESSI DI POCHI A DANNO DI TUTTI!... SONO SEMPRE GLI STESSI, ATTACCATI AD UNO PSEUDO CARROZZONE DI POTERI FATUI E MELLIFLUI,C'E' CHI LO HA PERMESSO, C'E' CHI LO HA APPOGGIATO, C'E' CHI GLI HA CONFERITO UNA CREDIBILITA' FATTA DI NIENTE, DI ARIA FRITTA!!!
PASSA TUTTO, PASSERANNO PURE LORO.....
TRADITORI ALLEATI DI VIGLIACCHI, VIGLIACCHI ALLEATI DI INCIUCIONI, INCIUCIONI ALLEATI DI NOTABILI, NOTABILI ALLEATI AL POTERE DEL MOMENTO!!!..TUTTI ALLEATI E TUTTI NEMICI.....
APPROFITTATORI, SANGUISUGHE, PARASSITI...NON BASTA TAGLIARE UN TENTACOLO O LA CODA, MA LA TESTA DEL POLIPO O DEL SERPENTE
I TENTACOLI E LE CODE RICRESCONO!
mercoledì 1 aprile 2009
TERRORE DELL'INTEGRALISMO ISLAMICO IN CORSO DI LAVORI,
Scorta di polizia per Souad Sbai (Pdl) italo-marocchina nel mirino degli imam
MASSIMO NUMA
TORINO
L’ onorevole del Pdl Souad Sbai, 46 anni, di origine marocchina, è da mesi al centro di una campagna d’odio. Telefonate anonime di minaccia, anche verso la sua famiglia, decine di mail inviate da tutta Italia. Anche da Milano, Bologna, Treviso e Torino, dove le moschee radicali sono numerose ed aggressive. Messaggi a volte firmati o, non raramente, anche anonimi. Il tono, spesso, è quello di una «fatwa», cioè un giudizio, di carattere religioso, che suona anche come una maledizione o una sentenza di morte. Due nordafricani sono stati identificati e denunciati alle procure di Roma e Bologna dopo una lunga serie di avvertimenti intimidatori. E saranno presto processati. Ma non è servito ad allentare la morsa di una crescente ostilità, che affonda le radici negli ambienti islamici più integralisti. Souad, lei ha paura? «Non mi piace questa parola - dice - ma evidentemente è accaduto qualcosa di grave. Io sono di cultura e di credo islamico ma la mia formazione è laica. Quello che molti italiani non sanno è che, nei nostri Paesi d’origine, i moderati come me, cioè persone che vogliono e sanno dialogare con tutti, in nome di un reciproco rispetto, sono la grande maggioranza. I veri estremisti, quelli che si definiscono islamici, sono purtroppo qui, in Italia. Sino ad oggi hanno deciso che non è necessario far scorrere il sangue con gli attentati, esclusivamente per ragioni strategiche. Serve un territorio neutro, per continuare a tessere le loro trame indisturbati. Ma prima o poi questo equilibrio può incrinarsi per un fattore nuovo. E allora ci saranno i morti. Anche italiani».
Parole dure. Ma l’onorevole Sbai continua ogni giorno ad accompagnare a scuola i suoi bambini, ad avere una vita sociale e politica come se niente fosse. Attraverso il suo avvocato di fiducia, Loredana Gemelli, s’è costituita parte civile contro Akrane H., residente a Bologna, autore di una serie di messaggi minatori. «Io non posso avere paura di morire ogni giorno, né mi va di farmi passare per una vittima. Lavoro come sempre, per le mie idee, per difendere gli immigrati, le donne e gli uomini, dal pericolo del fondamentalismo». Akrane H. così le scrisse: «... Siete solo moutamalikim e intihazieni (opportunista, ndr), usi gli immigrati per scopo di lucro... tu Souad non sei niente... una donna che cerca di fare carriera sulle donne marocchine, non hai niente a che fare con l’Islam, sai niente del fikh (giurisprudenza religiosa, ndr)... Hai i capelli scoperti davanti ad Allah... la donna che non copre la testa viene moullaka (appesa, ndr) per i capelli... Allah ti punirà per il male che fai alla gente».
Poi: «.... Mi rivolgo ad Allah contro di te, in modo tale che lui, Allah, ti scopra». Infine: «... Tu sei una donna molto cattiva... mettiti a pregare Allah... lascia il lavoro agli uomini... mi hanno parlato molto male di te, allora sei uscita allo scoperto come una “massihia” (cristiana, ndr)». Affermazione da brividi. In sostanza è l’accusa di apostasia, cioè contro «colui che abbandona la fede islamica, equivale a dire - spiega il suo avvocato - che, in quanto apostata, un soggetto può essere ucciso da qualsiasi altro musulmano». Una condanna a morte. Che viene eseguita in una lunga serie di stati islamici. Tra gli altri, Pakistan, Iran, Yemen, Sudan e Mauritania. «L’inesauribile pioggia di “Fatwa” contro Sbai - dice l’avvocato Gemelli - l’hanno trasformata in un obiettivo, in un target. La scorta della polizia? Sarà solo una questione di ore, di giorni. Prima che sia davvero troppo tardi». La giornalista e scrittrice italo-marocchina non è un’apostata. Non ha mai rinnegato la sua religione d’origine: «Sono e resto un’islamica ma penso che tutti possano e debbano professare il loro credo. Cristiani ed ebrei, hindu e buddisti. E’ una semplice questione di libertà personale e religiosa. Ma è poi così difficile da capire? Tutti gli estremisti, tutti i fanatici che mi inviano i loro messaggi di morte, sappiano solo che, se saranno identificati, li denuncerò tutti, uno per uno. Non intendo lasciarmi intimidire da nessuno. Non sono sola, qui in Italia, a combattere questa battaglia. Il messaggio che rischia di passare, grazie ai centri più integralisti, è che tutti i musulmani sono filo terroristi o fanatici religiosi. Non è vero, il processo di integrazione sta procedendo veloce. E a tanti imam, questo non piace».
L’ onorevole del Pdl Souad Sbai, 46 anni, di origine marocchina, è da mesi al centro di una campagna d’odio. Telefonate anonime di minaccia, anche verso la sua famiglia, decine di mail inviate da tutta Italia. Anche da Milano, Bologna, Treviso e Torino, dove le moschee radicali sono numerose ed aggressive. Messaggi a volte firmati o, non raramente, anche anonimi. Il tono, spesso, è quello di una «fatwa», cioè un giudizio, di carattere religioso, che suona anche come una maledizione o una sentenza di morte. Due nordafricani sono stati identificati e denunciati alle procure di Roma e Bologna dopo una lunga serie di avvertimenti intimidatori. E saranno presto processati. Ma non è servito ad allentare la morsa di una crescente ostilità, che affonda le radici negli ambienti islamici più integralisti. Souad, lei ha paura? «Non mi piace questa parola - dice - ma evidentemente è accaduto qualcosa di grave. Io sono di cultura e di credo islamico ma la mia formazione è laica. Quello che molti italiani non sanno è che, nei nostri Paesi d’origine, i moderati come me, cioè persone che vogliono e sanno dialogare con tutti, in nome di un reciproco rispetto, sono la grande maggioranza. I veri estremisti, quelli che si definiscono islamici, sono purtroppo qui, in Italia. Sino ad oggi hanno deciso che non è necessario far scorrere il sangue con gli attentati, esclusivamente per ragioni strategiche. Serve un territorio neutro, per continuare a tessere le loro trame indisturbati. Ma prima o poi questo equilibrio può incrinarsi per un fattore nuovo. E allora ci saranno i morti. Anche italiani».
Parole dure. Ma l’onorevole Sbai continua ogni giorno ad accompagnare a scuola i suoi bambini, ad avere una vita sociale e politica come se niente fosse. Attraverso il suo avvocato di fiducia, Loredana Gemelli, s’è costituita parte civile contro Akrane H., residente a Bologna, autore di una serie di messaggi minatori. «Io non posso avere paura di morire ogni giorno, né mi va di farmi passare per una vittima. Lavoro come sempre, per le mie idee, per difendere gli immigrati, le donne e gli uomini, dal pericolo del fondamentalismo». Akrane H. così le scrisse: «... Siete solo moutamalikim e intihazieni (opportunista, ndr), usi gli immigrati per scopo di lucro... tu Souad non sei niente... una donna che cerca di fare carriera sulle donne marocchine, non hai niente a che fare con l’Islam, sai niente del fikh (giurisprudenza religiosa, ndr)... Hai i capelli scoperti davanti ad Allah... la donna che non copre la testa viene moullaka (appesa, ndr) per i capelli... Allah ti punirà per il male che fai alla gente».
Poi: «.... Mi rivolgo ad Allah contro di te, in modo tale che lui, Allah, ti scopra». Infine: «... Tu sei una donna molto cattiva... mettiti a pregare Allah... lascia il lavoro agli uomini... mi hanno parlato molto male di te, allora sei uscita allo scoperto come una “massihia” (cristiana, ndr)». Affermazione da brividi. In sostanza è l’accusa di apostasia, cioè contro «colui che abbandona la fede islamica, equivale a dire - spiega il suo avvocato - che, in quanto apostata, un soggetto può essere ucciso da qualsiasi altro musulmano». Una condanna a morte. Che viene eseguita in una lunga serie di stati islamici. Tra gli altri, Pakistan, Iran, Yemen, Sudan e Mauritania. «L’inesauribile pioggia di “Fatwa” contro Sbai - dice l’avvocato Gemelli - l’hanno trasformata in un obiettivo, in un target. La scorta della polizia? Sarà solo una questione di ore, di giorni. Prima che sia davvero troppo tardi». La giornalista e scrittrice italo-marocchina non è un’apostata. Non ha mai rinnegato la sua religione d’origine: «Sono e resto un’islamica ma penso che tutti possano e debbano professare il loro credo. Cristiani ed ebrei, hindu e buddisti. E’ una semplice questione di libertà personale e religiosa. Ma è poi così difficile da capire? Tutti gli estremisti, tutti i fanatici che mi inviano i loro messaggi di morte, sappiano solo che, se saranno identificati, li denuncerò tutti, uno per uno. Non intendo lasciarmi intimidire da nessuno. Non sono sola, qui in Italia, a combattere questa battaglia. Il messaggio che rischia di passare, grazie ai centri più integralisti, è che tutti i musulmani sono filo terroristi o fanatici religiosi. Non è vero, il processo di integrazione sta procedendo veloce. E a tanti imam, questo non piace».
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