Gli istituti bancari continuano ad abusare di questo strumento, che sostanzialmente impedisce al consumatore, considerato soggetto a rischio ed inaffidabile, di poter accedere al credito. La conseguenza è di tutta evidenza: dilaga il ricorso al mercato illegale del denaro.
Il sistema delle centrali rischi, giustificato formalmente dal garantire il Consumatore da un rischio di sovraindebitamento, consente al sistema bancario e finanziario di avere, in tempo reale, tutte le informazioni sulla posizione creditizia dei clienti che ricorrono al credito .
Ogni richiesta di finanziamento viene censita nei sistemi di informazione creditizia (SIC). I dati relativi alle richieste, erogazioni, svolgimento dei rapporti di finanziamento sono consultabili dalle altre banche e intermediari finanziarie.
Tali informazioni determinano la possibilità di valutare, a priori, l’affidabilità di chi richiede un prestito, con la conseguente esclusione dall’accesso al credito di coloro che vengano ritenuti “cattivi pagatori”.Vengono segnalati nel sistema: le richieste di finanziamento, anche in caso di rifiuto della richiesta o di rinuncia alla stessa;
- le morosità di due rate o di due mesi, successivamente sanate;
-ritardi nei pagamenti superiori ai due mesi sanati anche su transazione;
-eventi negativi non sanati, quali morosità, gravi inadempimenti, sofferenze;
- rapporti che si sono svolti positivamente.
Si tratta, quindi, di una vera e propria “schedatura” del consumatore.
I dati positivi relativi allo svolgimento del rapporto di finanziamento sono resi disponibili solo con il consenso del soggetto finanziato, mentre le informazioni negative sono a disposizione di banche ed istituti finanziari a prescindere dal consenso del consumatore.
Il soggetto che viene segnalato per insolvenza non solo non avrà più accesso a nuovo credito, ma si vedrà chiudere tutte le altre linee di credito già in corso, anche se queste presentano un andamento regolare.
Alla revoca degli affidamenti consegue la richiesta di restituzione, in genere entro 14 giorni, delle somme finanziate, gravate degli interessi e dei diversi oneri.
La necessità di reperire immediatamente somme liquide da restituire alle banche, da utilizzare per il pagamento dei creditori o delle imposte o oneri contributivi, determina così il ricorso al prestito usuraio.
Talvolta l’indicazione dei soggetti che commerciano illegalmente il denaro viene “casualmente” fornita nell’ambito degli stessi istituti bancari e finanziari.
Normalmente alla velocità con cui viene effettuata la comunicazione dei dati negativi, non fa riscontro pari velocità e puntualità della cancellazione della segnalazione, ove vengano sanate le posizioni debitorie. Anzi, nella quasi totalità dei casi, risulta indispensabile ricorrere all’Autorità Giudiziaria, di cui sono ben noti i tempi di definizione dei procedimenti. Nel frattempo le imprese chiudono, le famiglie sono ridotte sul lastrico.
Gli Istituti bancari, senza alcun scrupolo, sono spesso responsabili per illegittime segnalazioni alle centrali rischi.
La stessa Corte di Cassazione (sent. n.7958/2009) ha affermato che “l’apposizione a sofferenza di un credito, lungi dal poter discendere dalla sola analisi dello specifico o degli specifici rapporti in corso di svolgimento tra la singola banca segnalante ed il cliente, implica invece una valutazione della complessiva situazione patrimoniale di quest’ultimo…”. Ma di questa situazione, nella prassi, non se ne tiene quasi mai conto.
Per poter arginare il drammatico fenomeno dell’usura, quindi, dovranno porsi in essere delle politiche volte non a tutelare solo ed esclusivamente il sistema bancario e finanziario, ma a favorire l’acceso al credito da parte dei “soggetti deboli”.
Si dovrebbe, in primo luogo, rivedere tutta la disciplina dei sistemi di informazioni creditizie e delle centrali rischi, prevedendo la segnalazione solo in caso di inadempimenti gravi non sanati, con esclusione dei casi di inadempimenti lievi e soprattutto dei meri ritardi sanati.
In caso di segnalazioni illegittime e di mancate cancellazioni nei tempi indicati , le sanzioni per l’ente segnalante dovrebbero essere durissime.
Dovrebbe, altresì, essere promossa la costituzione, da parte del Governo e degli Enti pubblici, di Fondi di garanzia volti a sostenere il credito, attraverso l’assunzione del rischio in caso di insolvenza del debitore.
Appare, in ultimo, importante sottolineare che gli attuali fondi anti – usura prevedono, tra le condizioni per accedere agli stessi, lo stato di “usurato” e la denuncia dell’usuraio. Ma quanti sono coloro che se la sentono di rischiare la propria incolumità e, soprattutto, quella della propria famiglia? Non si può continuare a chiedere a cittadini di fare gli eroi,
Sarebbe auspicabile che tali fondi fossero finalizzati a prevenire il ricorso all’usura e non fossero utilizzabili solo in caso soggetti già vittime dell’usura.
Fino a quando tale sistema non cambierà, fino a quando non si tornerà a considerare prioritario l’interesse del cittadino e consumatore rispetto a quello del potere bancario e finanziario, non si riuscirà a sconfiggere l’usura, non si riuscirà a rilanciare l’economia.
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