domenica 16 gennaio 2011

EX LEADER DI POTERE OPERAIO

Rogo di Primavalle: Lollo in tribunale
come «persona informata dei fatti»

Lunedì convocazione dal giudice per Achille Lollo già condannato a 18 anni, pena prescritta, per l'incendio in cui morirono Stefano e Virgilio Mattei nell'aprile 1973

EX LEADER DI POTERE OPERAIO
Rogo di Primavalle: Lollo in tribunale
come «persona informata dei fatti»
Lunedì convocazione dal giudice per Achille Lollo già condannato a 18 anni, pena prescritta, per l'incendio in cui morirono Stefano e Virgilio Mattei nell'aprile 1973
La tragica immagine del rogo di Primavalle (Ansa)
La tragica immagine del rogo di Primavalle (Ansa)
ROMA
- Achille Lollo, ex leader di Potere Operaio, condannato a 18 anni di reclusione, pena prescritta, per la morte dei fratelli Stefano e Virgilio Mattei, uccisi nel rogo di Primavalle del 16 aprile del 1973 è in Italia, e sarà interrogato lunedì mattina dai magistrati di piazzale Clodio. Finora tutti i tentativi di rogatoria internazionale da parte della Procura di Roma erano falliti. .
I due fratelli Mattei (Ansa)
I due fratelli Mattei (Ansa)
SOLO COME PERSONA INFORMATA DEI FATTI -
Tornerà davanti al pubblico ministero di Roma, questa volta come persona informata sui fatti. Achille Lollo è, già stato protagonista come imputato della vicenda giudiziaria legata alla strage di Primavalle. Da qualche mese Lollo è tornato in Italia essendosi prescritta la condanna inflittagli per la vicenda. Il 16 aprile del 1973, nell'incendio della loro abitazione, morirono i fratelli Stefano e Virgilio Mattei, di 22 e 10 anni. L'interrogatorio di Lollo, che è assistito dall'avvocato Tommaso Mancini, avverrà lunedì prossimo alle 11 davanti al pubblico ministero Luca Tescaroli al quale è affidata l'indagine su alcuni risvolti della vicenda.

INDAGINI RIAPERTE DOPO L'INTERVISTA DEL «CORRIERE» - «A Primavalle eravamo in sei» aveva detto Achille Lollo a Rocco Cotroneo nell'intervista in esclusiva al Corriere della Sera nel 2005. «Vi racconto chi c'era quella notte. Giurammo di non parlare per 30 anni, ma il silenzio non ha più senso» (per leggere l'intervista cliccare qui). In seguito alle dichiarazioni rilasciate la Procura di Roma decise di riaprire le indagini sul rogo di Primavalle ipotizzando per i responsabili il reato di strage. L'incendio era scoppiato nell'aprile del '73 nella casa del segretario di una sezione romana dell'Msi, Mario Mattei, nel quale morirono i figli Stefano e Virgilio Mattei.
IL PADRE DELLE VITTIME - «Finalmente si sta scrivendo la storia vera, la storia giusta». È il commento a caldo alla notizia della comparsa di Achille Lollo lunedì davanti al pm Luca Tescaroli di Roma da parte di Giampaolo Mattei, fratello di Stefano e Virgilio, figli del segretario della sezione Msi di Primavalle. A distanza di quasi 38 anni dalla tragedia, Giampaolo Mattei ha le idee chiare: «Non ci interessa la galera, nemmeno un giorno, ciò che ci preme è invece la verità, nel rogo di Primavalle come anche in altre questioni degli Anni di Piombo. È importante che vengano fatti i nomi dei veri responsabili». Ricordando le tante iniziative condotte insieme con la madre di Valerio Verbano, «che ancora non sa chi abbia ucciso suo figlio», Mattei ha precisato che «il sangue non ha colore politico e vorrei che non lo avesse nemmeno la giustizia». Da questo punto di vista grandi speranze vengono riposte «nel dottor Tescaroli, che ha avuto molto coraggio nel riaprire questa vicenda rispetto anche al suo predecessore che ha fatto di tutto per archiviarla. Il mio appello - ha aggiunto - rivolto anche allo Stato è che stiano affianco a Tescaroli. Noi vogliamo - ha ancora aggiunto Mattei - la verità e la giustizia, non ci interessano le gogne. Il magistrato non deve essere isolato; che lo Stato ci dia un aiuto e ci appoggi in questo». Particolarmente a cuore di Mattei stanno «le nuove generazioni, dopo che alcuni pupari hanno distrutto le generazioni negli anni '70». E lancia un consiglio ai giovani: «Mai portare il cervello all'ammasso. La controinformazione ha fatto molti danni», ricordando in particolare quanto pubblicò Il Messaggero subito dopo la strage di Primavalle, «facendo appunto controinformazione nei nostri riguardi, che magari era stato mio padre ad aver ucciso i suoi propri figli». Mattei ha fatto riferimento anche alle coperture avute da Lollo: «Nel 1975, con l'assoluzione, a Lollo fu data la possibilità di fuggire. Oggi occorre chiarire anche tutte le strumentalizzazioni avvenute all'epoca, ai fiancheggiamenti».

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