domenica 4 luglio 2010

Renata Polverini intervistata oggi da Giovanna Vitale su “La Repubblica” ha dimostrato, ancora una volta, di essere la Presidente di tutti. La proposta di tassare le banche cercando di alleggerire la posizione fiscale è l’ennessima prova. Presidente, siamo tutti con te.

Renata Polverini intervistata oggi da Giovanna Vitale su “La Repubblica” ha dimostrato, ancora una volta, di essere  la Presidente di tutti. La proposta di tassare le banche cercando di alleggerire la posizione fiscale è l’ennessima prova. Presidente, siamo tutti con te.  
Presidente Polverini da più di una settimana chiedete di incontrare il ministro Tremonti e lui, per tutta risposta, non solo non vi riceve, ma vi dà pure dei cialtroni. Lei come l’ha presa?
Male, malissimo, anche se quell’aggettivo non era rivolto a me, mi sono sentita offesa. Mai avrei pensato che si potesse scendere agli insulti personali. Le Regioni sono pezzi dello Stato: penalizzarle con tagli indiscriminati, aggredire chi le rappresenta, equivale a colpire le istituzioni democratiche del Paese.
Lo ha detto a Berlusconi quando è andata a Palazzo Grazioli?
Appena uscita dall’assemblea della Coldiretti ero così infuriata che ho chiamato il premier per chiedergli di incontrarlo.  Ci siamo visti la sera stessa e gli ho spiegato perché la manovra per le regioni è insostenibile, sia sul piano dei tagli sia sotto il profilo del patto di stabilità. Il 14% dell’intero importo ricade su di noi: un eccessivo inaudito. Perciò mi sono fatta portavoce del documento unitario con il quale noi governatori chiediamo un riequilibrio dei pesi fra i vari comparti della pubblica amministrazione. Rappresentando gli ulteriori problemi che hanno regioni come il Lazio, già gravate da vincoli del piano di rientro sanitario.
Problemi che riguardano innanzitutto lei: in campagna elettorale aveva promesso che avrebbe abbassato le tasse invece, appena insediata, Irap è schizzata ai massimi.
E’ quello che ho detto al premier. Noi abbiamo ereditato una situazione finanziaria difficile neanche due mesi dopo il mio arrivo e a 20 giorni dalla nomina a commissario per la Sanità ho presentato il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera ma l’aumento è scattato lo stesso.
E siccome è mia assoluta volontà non far pagare al Lazio un prezzo troppo alto, stiamo valutando con gli avvocati se è possibile ricorrere contro l’aumento di Irap e Irpef. Ci eravamo dati tre anni di tempo per abbassarle: cascasse il mondo lo farò.
I ricorsi contro il governo sono ormai una moda: la Provincia di Roma l’ha annunciato contro il pedaggio sul Gra, con la differenza che quella è un’amministrazione di centrosinistra.
Qui il colore non conta, contano le battaglie per i cittadini, il pedaggio è un’indecenza perché colpisce i pendolari sui quali ricadranno i 400muilioni di tagli al trasporto pubblico locale imposti dalla manovra. Come regione non abbiamo competenze sui caselli, ma sosteremo il ricorso sul piano politico.
Anche lei pensa che la Lega abbia influito sulla stretta che ha colpito Roma e il Lazio?
La Lega è un partito del Nord che difende i suoi interessi. Ma sbaglia se pensa di penalizzare una parte d’Italia per biechi calcoli elettorali. Io credo che questo Paese non si possa salvare a metà.
Tuttavia il ministro Tremonti ha più volte minacciato di dimettersi se i saldi della manovra verranno modificati. Secondo Lei cosa si può fare per attenuare i tagli sulle Regioni?
Il ministro deve stare attento, prima o poi le minacce potrebbero essere prese sul serio e le dimissioni accettate. Ride Polverini.  Scherzi a parte, io avrei introdotto la famosa tassazione sulle banche. Sono tra i principali artefici della crisi ma ne sono uscite indenni, senza alcun sacrificio.
Lei è stata candidata da Fini ma poi si è legata a Berlusconi, che molto si è speso per la sua elezione. Se dovessero alla fine divorziare, lei da che parte andrebbe?
Non credo che si arriverà a una rottura, sarebbe un gesto di irresponsabilità che gli elettori non capirebbero. E comunque io sono il governatore dl Lazio, non ho bisogno di schierarmi. Anche se sono grata a Berlusconi, senza di lui probabilmente non ce l’avrei fatta.

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